Bernardeschi e Kalinic
Federico Bernardeschi ha rilasciato ad Alessandro Rialti un’intervista per il Corriede dello Sport-Stadio, di cui riportiamo qualche passo fondamentale: “Questa Fiorentina è frutto del bel lavoro che c’è dietro e che, di solito, si apprezza solo alla fine. Maglia viola cucita addosso? Sì, perché sono arrivato a Firenze che avevo 12 anni: ho giocato nelle giovanili e sono arrivato fino alla prima squadra e questo è qualcosa che mi porterò dietro per sempre. Sulle scelte future l’amore per la maglia viola peserà eccome”.
Su Paulo Sousa: “Ha usato bastone e carota, mi ha aiutato a crescere sotto il profilo umano e professionale, lo ringrazierò tanto e per sempre (prima dell’arrivo del portoghese aveva già detto sì al Sassuolo, che lo avrebbe comprato insieme alla Juventus, salvo poi cambiare repentinamente idea e rinnovare il contratto dopo un lungo confronto con Paulo Sousa ed il ritiro di Moena, ndr)”.
Su Europa e Campionato: “Ci crediamo tutti. Io, Chiesa e Babacar siamo frutto del lavoro del club e la Juventus resta la squadra da battere”.
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