Si fa un gran parlare di società, proprietà, dirigenze, mancanze di feeeling con i tifosi, di comunicazione con la stampa, diritti televisivi, bacini di utenza e del Palazzo. Ma cos’è questo famoso “Palazzo”, peraltro nel caso della Fiorentina poco o niente frequentato. Poltrone date in eredità? Sì e no, perchè prendersi responsabilità significa anche saper instaurare un discorso su basi comuni, stabilire anche rapporti umani e non solo basati sulle convenienze, vedere oltre il titolo. Si chiama apertura mentale.
Grave mancanza nella Fiorentina l’apertura, si sa bene come funziona da noi il sistema calcio, su un circolino collaterale di amici degli amici, per cui la visibilità è per tutti ma non uguale per tutti; il poter democraticamente disquisire in modo maturo un arrembaggio, fra veti incrociati e gente che lavora gratis pur di mantenersi visibilità e qualche conoscenza. Scusa, ma a Zarate gli piace più la pastasciutta o il dolcetto? Dolcetto scherzetto tre giornate di squalifica, ma se oltre a prendere per il collo l’avversario gli avesse tirato un pugno, felici lo avremmo perdonato, sì, grande, finalmente uno con gli attributi. Siamo proprio forti a Firenze.
Tanto forti che non si può chiedere se ad Antognoni gli piace la lasagna o se a Babacar andare a ballare, perchè è un segreto di Stato. E poi capire che è molto più facile parlare con il Palazzo che con il circolo Fiorentina: strano, qualcosa non torna da queste parti. Ci nutriamo da tempo dell’affetto di idoli senza più tempo: immagine, poltroncina, va bene.
In un marasma di questo genere, cerco di comprendere i fratelli Della Valle nelle loro azioni e nella loro gestione. Non so, ma credo che se mi venissero a dare lezioni di gestione ed a creare malumori un giorno sì e l’altro pure, io mi incavolerei a bestia. Ovviamente partendo dal presupposto che sto facendo del mio meglio. Ed anzi mi incavolo, perchè il rischio d’impresa è mio ed i meriti no a detta di qualche tifoso.
Sul modo di comunicare quantomeno discutibile della Socioproprietà si sono prodotti capitoli e libri interi, tra un pò si scriverà un altro capitolo della Divina Commedia pallonara. Potremmo intitolarlo: “Il terzo tempo”. D’altra parte è vero che errare è umano, ma perseverare diabolico. Se vogliamo confrontarci, facciamolo, questo è ciò che vediamo sulla sponda del nemico numero uno di sempre: la Juventus. La società bianconera – come riporta il suo sito – cerca personale. Le offerte di lavoro riguardano esperti di marketing, di web, di international business development. Sul sito della Juve vengono precisate le figure professionali che il club va cercando, in tutto una dozzina. Si va da posizioni lavorative a tempo indeterminato ad offerte per contratti a tempo determinato, part time, stage.
Non c’è nulla da dire sotto questo punto di vista: alla Juventus sanno come si fa impresa. E questa sicurezza, o chiamatela arroganza, si riflette anche sui risultati del campo. Allora penso, pur mantenendo le debite proporzioni, che occorre la capacità di saper gestire i rapporti, le risorse umane. Altrimenti continueremo a ringraziare il mister di turno che sembra faccia sempre i miracoli anche quando invece la squadra è buona, e non metteremmo mai le basi per sprovincializzare la Fiorentina di Firenze bottegaia.
Questo segnale deve partire dalla Proprietà, una volta tanto deve dire cosa pensa (con equilibrio), che sia scomodo o meno. Usiamo un luogo comune come chi tace acconsente, perchè un ambiente si indirizza con l’impronta personale, non con i silenzi o, peggio ancora, tollerando insieme alla caciara anche le contestazioni.
Cosi è se vi pare, signori.